Immagina una scacchiera, dove i pezzi bianchi sono tutti i tuoi pensieri e sentimenti positivi e i pezzi neri sono tutti quelli negativi. Trascorriamo la vita cercando disperatamente di far avanzare i nostri pezzi bianchi e annientare tutti i pezzi neri.
Ma il problema è che esistono un numero infinito di pezzi bianchi e neri.
Non importa quanti pezzi neri eliminiamo, ne appariranno altri. Inoltre i pezzi bianchi attraggono i pezzi neri. Portiamo avanti pezzi bianchi come “Sono un bravo genitore/partner/studente” e questo immediatamente ne richiama uno nero “no non lo s
ei! che mi dici di come hai urlato l’altra sera ai tuoi bambini …”
Quindi possiamo trascorrere la vita sprecando il nostro tempo ed energie tentando di vincere la battaglia che non potrà mai essere vinta.
O possiamo imparare a essere più simili alla scacchiera.
La scacchiera è in contatto intimo con i pezzi, ma non è coinvolta nella battaglia. C’è una parte di TE che è come come la scacchiera. Nell’ACT la chiamiamo “Sé che nota”: ci permette di uscire dalla battaglia con i nostri pensieri e sentimenti e contemporaneamente di dar loro pieno spazio di muoversi intorno
”.
[Russ Harris]

Quante volte ti è sembrato che la migliore delle vite possibili fosse una vita senza pensiero alcuno? Una vita in cui nessuna preoccupazione ti sfiora, nessuna paura di assale; oppure una vita in cui non ti innervosisci e non ti arrabbi mai, ma anzi in cui riesci sempre a mantenere la calma e a padroneggiare le situazioni… Non sarebbe un sogno? Di fatto lo è davvero.
Infatti una vita senza pensieri sgradevoli, senza emozioni fastidiose, non è possibile, semplicemente non sarebbe una vita umana.
Ciononostante investiamo tutti giorno dopo giorno un sacco di energie per eliminare dalle nostre teste e dai nostri corpi tutte quelle sensazioni e quei pensieri che ci danno noia. Non è forse capitato anche a te?
Ma se non è possibile eliminare tutto ciò che di spiacevole sta dentro di noi, possiamo almeno sperare di imparare a conviverci pacificamente? La risposta, fortunatamente, è positiva.
Harris, uno dei principali espondenti dell’Acceptance and Commitment therapy (ACT) ce lo illustra con l’efficace metafora della scacchiera riportata qui sopra. Non possiamo eliminare le pedine, ovvero i nostri pensieri, nè possiamo impedire che se ne formino di nuove. Tuttavia possiamo scegliere di comportarci come la scacchiera, cioè possiamo decidere di non combattere più. Questa affermazione potrebbe sembrarti un segno di sconfitta o un segnale di rassegnazione, ma è esattamente tutt’altro: è piena e totale consapevolezza di sè, di quello che si prova e di quello che si sta vivendo nel momento presente.
Ti sarai accorto che spesso i tuoi tentativi di controllare i pensieri sgradevoli non solo non sono stati efficaci, ma anzi, spesso sono stati addirittura controproducenti, facendoti soffrire ancora di più.
Prova a riflettere a quanta energia, a quanta fatica ti ha richiesto in passato cercare di combattere la battaglia tra i pezzi bianchi e i pezzi neri. E prova ora a pensare a quanto sarebbe stato più facile osservare soltanto i pensieri che si contrapponevano tra loro. Sarebbe davvero stata una sconfitta? O forse ti saresti sentito/a più consapevole di quello che ti stava succedendo?
Effettivamente si tratta di qualcosa di nuovo, di un’esperienza che nella nostra società viene spesso trascurata: l’imperativo è “sii felice” e per essere felice “non devi avere pensieri”. Si tratta però, come abbiamo visto, di un obiettivo irraggiungibile che ci costringe irrimediabilmente a fallire nell’infelicità.
Forse ti starai chiedendo, ma se è meglio non combattere ciò che mi dà noia, vuol dire che il mio destino è soffrire inevitabilmente? Assolutamente no! Osservare la propria sofferenza non è per forza un’esperienza dolorosa o, per lo meno, lo è meno di quanto ci si possa aspettare. Se dovessimo utilizzare un’altra metafora, è come tenere in mano un riccio di castagna: punge solo se lo si stringe, ma se lo si tiene appoggiato sul palmo della mano, non provoca alcun dolore, nonostante siamo perfettamente in grado di sentirne le spine. Se pensi che la terapia Act possa fare al caso tuo,
non esitare a contattarmi.